Ti interessa la Scuola di Specializzazione in Chirurgia pediatrica? In questa guida troverai tutte le informazioni utili per orientarti nel percorso formativo e capire se è la scelta giusta per te.
La Chirurgia pediatrica è la disciplina che si occupa della diagnosi e del trattamento chirurgico delle patologie del neonato, del bambino e dell’adolescente. Interviene su un ampio spettro di condizioni congenite e acquisite, dall’addome al torace, fino a urologia, malformazioni, traumatologia e oncologia pediatrica. L’obiettivo è garantire cura, continuità assistenziale e sviluppo armonico del piccolo paziente, con approcci mini-invasivi sempre più diffusi.
Il chirurgo pediatrico ricopre un ruolo centrale nei reparti dedicati e nei centri pediatrici: valuta i giovani pazienti, programma e realizza gli interventi, collabora con neonatologi, pediatri, anestesisti e altri specialisti per definire il percorso terapeutico più sicuro. Lavora in team multidisciplinare e in contesti ad alta intensità assistenziale, dove precisione tecnica e sensibilità verso la famiglia sono essenziali.
In questa guida scoprirai come è organizzata la Scuola di Specializzazione in Chirurgia pediatrica, quali competenze sviluppa lo specializzando, quali attività operatorie e ambulatoriali svolge e quali prospettive professionali offre.
Troverai anche informazioni aggiornate su durata, sedi, posti disponibili, piano di studi, rete formativa e attività professionalizzanti della scuola.
Infine, potrai consultare opinioni e testimonianze e scoprire quali sono le migliori Scuole di Chirurgia pediatrica in Italia.
Continua a leggere la guida completa alla Specializzazione in Chirurgia pediatrica di Secret SSM.
Chirurgia pediatrica: la specializzazione
Il giovane medico che aspira a specializzarsi in Chirurgia pediatrica deve acquisire 300 CFU.
La frequenza è obbligatoria. L’impegno orario è pari a 38 ore settimanali.
Lo specializzando ha diritto ad assenze, malattia e maternità.
Dopo aver superato la prova dell’ultimo anno di corso, lo specializzando deve sostenere la prova finale, che consiste nella discussione della tesi di specializzazione. L’argomento di tesi è proposto dallo specializzando in uno dei settori scientifici disciplinari inclusi nel Regolamento Didattico e prevede la guida di un relatore. La prova è valutata in centodecimi.
Quanti anni dura la Specializzazione in Chirurgia pediatrica
La durata della Specializzazione in Chirurgia pediatrica è di cinque anni.
Specializzazione Chirurgia pediatrica: posti
Il numero di posti per la specializzazione in Chirurgia pediatrica è:
- 2025, 60 contratti statali, 3 regionali, 1 riservato a esigenze del SSN;
- 2024, 55 contratti statali, 3 regionali, 1 riservato a esigenze del SSN.
Secondo i dati forniti da Anaao, nel 2025 su 64 contratti totali banditi non ne sono stati assegnati 4, il 6%.
Consulta la nostra analisi statistica sulle assegnazioni 2025 per avere tutti i dati di cui hai bisogno per scegliere la tua scuola.
Sedi della Specializzazione in Chirurgia pediatrica
Nel 2025 le Scuole di Specializzazione di chirurgia pediatrica in Italia sono state 12.
- Bologna, 5 posti totali
- Brescia, 5 posti totali
- Firenze, 4 posti totali
- Genova, 4 posti totali
- Messina, 6 posti totali più uno riservato per esigenze del SSN
- Milano, 5 posti totali
- Napoli Federico II, 6 posti totali
- Padova, 11 posti totali
- Politecnica delle Marche, 5 posti totali
- Roma “Tor Vergata”, 5 posti totali
- Siena, 4 posti totali
- Verona, 3 posti totali
Specializzazione Chirurgia pediatrica: programma
La specializzazione in Chirurgia pediatrica è un percorso che forma medici in grado di operare sull’organismo in accrescimento. Il fondamento della disciplina è il principio che il bambino non è un “piccolo adulto”, ma un paziente con specifiche peculiarità anatomiche, fisiologiche e psicologiche che richiedono un approccio dedicato.
Obiettivi formativi
Il percorso formativo è piramidale e integra diverse aree di competenza:
- obiettivi di base: approfondita conoscenza dell’embriologia (per comprendere le malformazioni), dell’anatomia topografica in evoluzione e della fisiopatologia della crescita;
- tronco comune: condivisione di obiettivi con la Chirurgia generale nei primi anni per acquisire le basi tecniche, la gestione delle ferite e dell’urgenza/trauma;
- obiettivi caratterizzanti: acquisizione di competenze specifiche in chirurgia neonatale (es. ernia diaframmatica), oncologia pediatrica (es. neuroblastoma), urologia (es. ipospadia) e chirurgia digestiva;
- nuove frontiere: formazione obbligatoria in cure palliative pediatriche e training in chirurgia mini-invasiva e robotica.
Piano di studi
- 1° Anno: focus sulle scienze di base e sul “Tronco Comune” (Chirurgia Generale), per apprendere i fondamenti della sala operatoria e della gestione di reparto.
- 2° Anno: dedicato prevalentemente alla chirurgia d’urgenza, al pronto soccorso e alla diagnostica per immagini.
- 3° Anno: inizio della rotazione nelle specialistiche (es. Urologia, Chirurgia Toracica) e partecipazione a interventi di media complessità.
- 4° Anno: alta specializzazione (oncologia, chirurgia vascolare) e possibilità di periodi formativi fuori sede o all’estero (fino a 18 mesi).
- 5° Anno: consolidamento dell’autonomia professionale, gestione del reparto e stesura della tesi finale.
Metodologia didattica e attività professionalizzanti
La formazione è essenzialmente pratica (learning by doing) e si avvale di:
- reti formative: rotazione tra centri Hub (alta specialità) e centri Spoke (chirurgia di base) per garantire una casistica varia;
- libretto-diario: Obbligo di certificare un numero minimo di interventi (circa 50 di alta, 100 di media e 250 di piccola chirurgia), con percentuali definite da primo operatore;
- simulazione: utilizzo di simulatori per il training in laparoscopia prima dell’approccio sul paziente.
Ricerca scientifica
La ricerca è parte integrante del curriculum:
- partecipazione a trial clinici, stesura di pubblicazioni scientifiche e presentazione di lavori a congressi nazionali (SICP) e internazionali;
- la prova finale consiste nella discussione di una tesi sperimentale, frutto del lavoro di ricerca svolto durante gli anni di specializzazione.
Specializzazione chirurgia pediatrica: opinioni
Dall’analisi del sentiment emerge un quadro polarizzato: Chirurgia pediatrica è una specializzazione ad alto impatto emotivo ma con criticità formative ed economiche specifiche.
Pro
- Gratificazione emotiva: le testimonianze descrivono la disciplina come estremamente gratificante. A differenza della medicina dell’adulto, spesso palliativa o cronica, risolvere una malformazione congenita offre al paziente un’intera aspettativa di vita. Chi la sceglie si dichiara spesso “veramente felice” nonostante la fatica.
- Elevata occupabilità nel pubblico: i dati AlmaLaurea e Anaao confermano tassi di occupazione altissimi a 5 anni dal titolo. La carenza strutturale di specialisti nel SSN garantisce un assorbimento rapido negli ospedali pubblici.
- Varietà clinica: non è una specializzazione d’organo ma di “età”. Questo permette di operare su tutto il corpo (torace, addome, urologia), rendendo il lavoro vario e stimolante per chi ama l’anatomia a 360 gradi.
- Ambiente di lavoro: rispetto alla chirurgia generale d’urgenza, l’ambiente pediatrico è spesso percepito come più protetto. I traumi notturni violenti sono meno frequenti rispetto agli adulti, impattando leggermente meno sulla qualità del sonno durante le guardie.
Contro
- Scarsa autonomia e “Paradosso Formativo”: è un tema molto dibattuto. Molti specializzandi lamentano di operare poco da primi operatori. La delicatezza del paziente pediatrico rende i strutturati restii a cedere il bisturi. Spesso è necessario un periodo di Fellowship (spesso all’estero) post-specializzazione per acquisire vera autonomia tecnica.
- Alto rischio di Burnout: studi recenti indicano che oltre il 16% dei chirurghi pediatrici e il 20% degli specializzandi soffrono di burnout. Il carico emotivo di gestire genitori ansiosi, il dolore dei bambini e il rapporto gerarchico con i capireparto sono fattori di stress massicci.
- Mercato privato limitato: a differenza di dermatologi, oculisti o ginecologi, il chirurgo pediatrico ha scarse possibilità di libera professione. La patologia complessa si tratta solo nel pubblico. Questo limita il tetto salariale a quello del contratto collettivo nazionale.
- Accentramento: per fare alta chirurgia bisogna lavorare in pochi grandi centri. Chi lavora in ospedali periferici rischia di de-specializzarsi trattando solo patologia minore (ernie, fimosi), creando frustrazione professionale.
Punteggio minimo Specializzazione in Chirurgia pediatrica
Nel 2025 il punteggio minimo per accedere alla Scuola di Specializzazione in Chirurgia pediatrica, alla prima assegnazione è risultato compreso tra:
- 88,5 punti a Firenze, 6.646° posto
- 34 punti a Messina, 15.579° posto
Per tutti i punteggi SSM di Chirurgia pediatrica e delle altre scuole, clicca su punteggi minimi SSM 2025.
Migliori Scuole di Specializzazione in Chirurgia pediatrica
Ogni anno i medici specializzandi devono rispondere al questionario sulla valutazione delle Scuole di Specializzazione.
L’Associazione Liberi Specializzandi – Fattore 2a ha elaborato le risposte del 2023 per il 2022. In base a questa elaborazione il punteggio medio di soddisfazione degli specializzandi in Chirurgia pediatrica è di 7,27 punti.
Le migliori Scuole di Chirurgia pediatrica sono:
- Napoli Federico II
- Roma Tor Vergata
- Firenze
Cosa fa il chirurgo pediatrico
Il chirurgo pediatrico è il medico specialista che si occupa della diagnosi, del trattamento chirurgico e della gestione post-operatoria delle patologie che colpiscono neonati, bambini e adolescenti.
Qual è la differenza tra un pediatra e un chirurgo pediatrico? A differenza del pediatra, che segue la crescita e la salute generale del bambino con un approccio medico, clinico e preventivo, il chirurgo pediatrico interviene quando è necessario correggere chirurgicamente una malformazione, una patologia acuta o una condizione cronica.
La disciplina è estremamente ampia e richiede competenze trasversali, perché il chirurgo pediatrico non si occupa di un organo o apparato specifico, ma di molteplici distretti anatomici in età evolutiva. Tra gli ambiti più frequenti rientrano la chirurgia dell’addome, delle vie urinarie, del torace e della parete addominale, oltre alle malformazioni congenite e alla gestione delle urgenze chirurgiche neonatali e pediatriche. Un aspetto distintivo è la capacità di coniugare manualità operatoria con un approccio delicato e centrato sulla famiglia, poiché il paziente non può sempre esprimere sintomi e bisogni in modo diretto.
All’interno della Chirurgia pediatrica si sviluppano diversi settori di interesse o aree di maggiore specializzazione:
- la chirurgia neonatale è dedicata al trattamento delle malformazioni congenite e delle urgenze del neonato, spesso in collaborazione con la terapia intensiva neonatale;
- la chirurgia urologica pediatrica si concentra su patologie dell’apparato urinario e genitale, come reflusso vescico-ureterale, ipospadia o testicolo ritenuto;
- la chirurgia toracica pediatrica riguarda malformazioni e patologie di polmoni, mediastino ed esofago;
- la chirurgia addominale e oncologica si occupa di tumori solidi pediatrici e condizioni come appendicite, ernie, malattia di Hirschsprung e altre patologie intestinali;
- negli ultimi anni si è consolidato anche l’ambito della chirurgia mini-invasiva e laparoscopica, con tecniche che riducono dolore post-operatorio, cicatrici e tempi di degenza.
Il chirurgo pediatrico segue il paziente lungo tutto il percorso terapeutico: visita in ambulatorio, valuta esami diagnostici, programma l’intervento, esegue la procedura e gestisce follow-up e eventuali complicanze.
Lavora a stretto contatto con pediatri, neonatologi, anestesisti pediatrici, oncologi, radiologi e professionisti della riabilitazione, integrando competenze chirurgiche con una costante attenzione allo sviluppo e al benessere psicofisico del bambino.
Specializzando in Chirurgia pediatrica: stipendio
Quanto guadagna uno specializzando in Chirurgia pediatrica? Lo stipendio degli specializzandi è uguale, indipendentemente dalla scuola frequentata, almeno fino al 2024/25. Infatti, dal 2025/26 per le 20 scuole meno attrattive è previsto un aumento maggiore rispetto a quello previsto per tutte le altre scuole.
Per approfondire, leggi qual è lo stipendio di uno specializzando.
Quindi, al momento, lo stipendio netto dello specializzando in Medicina è pari a:
- 1652,29 euro al mese per i primi due anni di specializzazione;
- 1718,35 euro al mese per gli anni successivi.
Quanto guadagna un chirurgo pediatrico
In Italia, il guadagno di un chirurgo pediatrico può oscillare sensibilmente a seconda di dove lavora: nel contesto pubblico (ospedali del Servizio Sanitario Nazionale – SSN) oppure in strutture private o in libera professione.
Nel pubblico, un chirurgo all’inizio della carriera può percepire uno stipendio lordo annuo intorno a 60.000€. Questo valore può crescere con l’esperienza: medici con molti anni di servizio (o con incarichi di maggiore responsabilità) possono arrivare a 75.000-85.000 € lordi/anno. Per un primario o un dirigente di struttura complessa, le tabelle indicano che si può superare la soglia dei 100.000€ lordi annui.
Se convertiamo questi valori in stipendio lordo mensile (supponendo 13 mensilità, come spesso avviene nel pubblico), si va in una fascia intorno ai 4.500-6.500 € lordi.
Nel privato il potenziale di guadagno è generalmente molto più elevato, ma anche molto variabile. Un chirurgo pediatrico in strutture private o con partita IVA può arrivare a percepire cifre significative: a titolo indicativo, in determinate condizioni lo stipendio annuo lordo può superare 150.000 € e, per specialisti molto esperti o con grande mole di lavoro, salire anche oltre 200.000-250.000 € lordi/anno. Questo ovviamente dipende molto da quante prestazioni, interventi, turni, reperibilità e incarichi extra si fanno, e non rappresenta una garanzia per tutti.
Sbocchi professionali
Un medico specializzato in chirurgia pediatrica può inserirsi in diversi contesti clinici e assistenziali, con possibilità di carriera sia nel pubblico che nel privato. Il percorso professionale non si limita alla sala operatoria: chi completa questa specializzazione può lavorare in reparti pediatrici specialistici, in centri ad alta complessità e anche in ambiti più specifici della chirurgia del bambino.
Dopo la specializzazione, lo sbocco più comune è l’assunzione come dirigente medico in ospedali pubblici o IRCCS pediatrici, dove si svolge attività chirurgica programmata e d’urgenza, ambulatori, turni e guardie. Alcuni professionisti proseguono con un dottorato o con la carriera universitaria, affiancando la pratica clinica a ricerca scientifica e attività didattica. In alternativa, è possibile lavorare in cliniche private, poliambulatori chirurgici e centri convenzionati, con possibilità di operare in regime libero-professionale o intramoenia.
Accanto agli ospedali generalisti, un chirurgo pediatrico può trovare spazio anche in strutture e settori più specializzati. Chi ha interesse per la neonatologia chirurgica può lavorare in centri nascita di III livello e reparti che trattano patologie congenite complesse. Chi preferisce l’ambito urologico può orientarsi verso la urologia pediatrica, mentre altri trovano sbocco in chirurgia toracica ed esofagea, oncologia pediatrica, traumatologia o chirurgia mini-invasiva e laparoscopica, settori in crescita anche grazie all’integrazione con la robotica.
Non mancano opportunità nell’area consultoriale e territoriale, nell’assistenza a lungo termine dei bambini con patologie croniche o malformative e nel follow-up post-chirurgico. Alcuni professionisti sviluppano competenze in ambiti più trasversali come la gestione del dolore, la nutrizione chirurgica o la medicina delle malformazioni rare, collaborando con team multidisciplinari.
Una parte dei chirurghi pediatri sceglie di ampliare il proprio profilo con corsi o fellowship all’estero, per poi rientrare in Italia con competenze superspecialistiche spendibili in centri di eccellenza. In prospettiva, la libera professione avanzata, la ricerca clinica o ruoli gestionali e direttivi rappresentano ulteriori possibilità di crescita.
Come prepararsi al concorso SSM
Superare il test SSM non è difficile, dato il numero di contratti disponibili. La vera difficoltà consiste nel conseguire il punteggio sufficiente per entrare nella scuola e nella sede desiderate.
Pertanto, più alto è il punteggio ottenuto al Concorso di Specializzazione Medicina, maggiori sono le possibilità di raggiungere il proprio obiettivo.
Per aiutarti e supportarti in ogni fase di questa tappa fondamentale del tuo percorso professionale, Secret SSM ha organizzato più tipologie di corsi di preparazione al SSM, con accesso a decine di videolezioni, sia preregistrate che in diretta, 25 manuali SSM e al simulatore SSM con integrata l’AI e la modalità sfida. Inoltre, con i corsi Secret SSM hai l’opportunità di richiedere il tutoraggio ad personam.
Immagine in evidenza realizzata con Gemini